lunedì 2 marzo 2009

Pettorale numero 357.

Mercoledì 11 febbraio.
Pista d' atletica dell' Istituto Abba.
Ore 18:30.
In programma 10x1000 a 3',35"/km con recupero 200m.
Il clima, come al solito, se ne frega delle mie tabelle e sfodera per l' occasione, una delle sere più umide, bastarde e fredde delle ultime settimane.
Me ne frego: saluto i gnari(1) in spogliatoio (per loro quella sera, erano 20x400), e comincio il riscaldamento, lungo la pistina a bordo tartan.
3 km tranquilli e m' infilo in corsia d' accelerazione.
Le gambe girano, i passaggi sono da orologio svizzero, (il garmin in pista, lo rifiuto) e il morale, a fine sessione è decisamente alto.
Volo in doccia con la consapevolezza che stò lavorando bene, la testa è più che motivata e Treviso, il 29 marzo, con tutto il rispetto che si deve ad una maratona, non mi spaventa.
Il giorno seguente, in pausa pranzo, un sole timido mi accompagna nei 50 minuti di scarico che avevo in programma.
Decido per il giro dei 12 (alzi la mano chi non ha, nel bouquet percorsi, un "giro dei 12).
E' un percorso che mi piace, nel senso che dalle mie parti, bisogna anche accontentarsi. Il quartiere non offre nulla di stimolante sotto l' aspetto dell' impatto visivo, ma quantomeno, quest' itinerario, ricalca alcuni passaggi su stradine di campagna, alternandosi a tratti asfaltati poco battuti dalle auto.
Le gambette stanno bene, fiato e cuore, non li calcolo nemmeno, ma ecco che al km 8, un dolorino infame si presenta al gluteo sinistro.
Lo ignoro, e facendo finta di niente, mi concentro sulla strada che ho ancora da percorrere.
Niente da fare: il bastardello calca la mano, e la mia falcata, da quasi fluida (non sono proprio Gebre, vedendomi correre) rasenta il ridicolo.
La gamba sinistra fatica ad alzarsi, e il piede, in fase d' appoggio, diventa l' equivalente di una cazzuola da muratore.
Arrivo a casa, suono il campanello per farmi aprire, ed imprecando i santi del calendario, cerco di salire in mansarda. E' un' impresa: ipotizzo di arrampicarmi, come fossi in falesia davanti ad un 6A+.
Mi fiondo a googolare e l' autodiagnosi è subito fatta: lombosciatalgia.
Ad oggi, dopo 16, e dico 16, signori miei, giorni d' inattività, dopo 2 scatole di feldene/muscoril, dopo una visita dal Dottor Rosa (sì, proprio quello dei keniani), il quale, orientato pure lui sulla sciatica, m' ha sottoposto ad un ciclo di tecarterapia, alternato a 2 interventi chiropratici, il dolore, localizzato praticamente al solo gluteo, non è ancora sparito.
Ultima spiaggia: la TAC. (il mio medico s'è rifiutato di farmi l' impegnativa per la risonanza magnetica).
Appuntamento il 9 marzo alle 15:10.
Dopodichè, il voucher per Lourdes è già mio.
P.S. Il pettorale 357, è quello della Treviso Marathon. Ormai un miraggio. Sigh...

Qua sotto, il grafico del mio ultimo allenamento.

2 commenti:

Fat_Stè ha detto...

Cacchius, mi spiace "linkarti" proprio sul post che descrive i tuoi malesseri...
Ne approfitto per augurarti che si sistemi tutto al meglio ed in tempi rapidissimi!

Treviso addio, ma forse...Padova? ;)

Furio ha detto...

Andre, dai che il 9 è vicino.. in fin dei conti non ti fanno aspettare tantissimo; Per le vertebre è meglio la TAC della risonanza, o sbaglio?

PS anche io ho il giro dei 12 ;-)
PS2 x il posto a pranzo l' 8 marzo no problem.

ciao!